New video: Funeral procession for threatened opera house
mainThe Teatro Bellini in Catania is under threat of closure. The artists and staff are not taking it lying down. Read more here (in Italian) and share across your social media.
The Teatro Bellini in Catania is under threat of closure. The artists and staff are not taking it lying down. Read more here (in Italian) and share across your social media.
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Busseto, Catania, Lugo, Milan, Napoli, Palermo, Parma, Pesaro, Ravenna, Rome, Venice — these are the opera houses I have attended in Italy.
Of all of them, my favorite is the Teatro Bellini in Catania, the furthest to the south, for its burnished but decayed beauty, outside and in, its perfect dimensions and its clear, warm, incomparable sound. (In fact, there is only one house I love more, and it is in another country, with worse financial troubles!)
It does not surprise me that Teatro Bellini has run out of money, but it will be the beginning of the end of a centuries-long era if Italy (and Europe) allows this great institution to close — a “crime,” in fact, as Riccardo Muti might say.
I’ve been there : one of the most beautiful theatres in the world but already in 1985 the outside needed urgent renovation. and why does the guy speak in italian and not sicilian?
Ecco una mia lettera che ho pubblicato domenica 10 novembre sulla Rubrica: Lo dico a LA SICILIA.
IO,GIUSEPPE VERDI, VI SCRIVO
Ecco una lettera (ipotetica) che avrebbe scritto in questi giorni Giuseppe Verdi, con un pizzico di orgoglio nei propri confronti e lasciando da parte la modestia.
“Mi chiamo Giuseppe, ho compiuto duecento anni in questo Ottobre 2013. Anche se sono morto il 27 Gennaio 1901, di fatto non sono mai morto. Non si tratta di un caso di catalessi apparente, la questione è un’altra; è ciò che ho fatto nella mia vita.
Sono un musicista compositore, ho prodotto tantissimo, e ciò mi ha reso immortale. Rappresento l’Italia sia in Italia che nel mondo intero, sono quindi l’esempio lampante di una figura retorica: l’Antonomasia. Io impersono la Musica ed il Belcanto italiani.
Questo mio compleanno è stato festeggiato, durante il corso del 2013, un po’ in tutta Italia. Anche Catania ha cercato di festeggiarmi, ma non lo ha fatto nella maniera che meritavo. Al Teatro Massimo era stata programmata una mia opera mai rappresentata in questa città: Stiffelio. E guarda caso le recite di Stiffelio sono state messe in scena nel mese del mio compleanno, proprio ad Ottobre. Ringrazio tutti gli interpreti che mi hanno cantato ed eseguito, sia del primo che del secondo cast, nonché i Professori d’Orchestra e gli Artisti del Coro.
Ma proprio costoro, bravissimi e altamente professionali, sono stati maltrattati in quest’opera, e di riflesso sono stato maltrattato anch’io. Io che non meritavo una festa del genere, una festa di compleanno in sordina. Mi riferisco al fatto che agli Artisti del Coro non è stato fornito il costume per rappresentarmi degnamente sul palcoscenico. Hanno cantato con “i vestiti di giornata” come si usava dire un tempo. Non il “vestito della festa”, ma il “vestito ordinario”. E ciò a causa dei tagli che drasticamente si stanno apportando al settore della cosiddetta “cultura”.
I bravi coristi, non solo vivono la stessa sorte poco felice dei Professori d’Orchestra e di tutto l’organico del Teatro, che li rende ancora creditori di varie mensilità del proprio stipendio, ma addirittura vengono penalizzati o ulteriormente offesi nella propria dignità privandoli anche dei costumi di scena. E per evitare di stonare visivamente sul palco, sono stati relegati a cantare dietro un grande telone in tulle. Qui calza bene il detto siciliano: “mmucciàri u sùli ccù crìvu” ossia “nascondere il sole dietro il setaccio”; il cui concetto espresso con parole diverse è: “nascondere dietro un dito”, ossia “non nascondere affatto”. Ma voi lo immaginate cosa sarebbe un ristorante di primissima categoria con i camerieri sprovvisti della loro tenuta da lavoro? O cosa sarebbero le Guardie Svizzere Pontificie o i signori Commessi di Palazzo Chigi o di Palazzo Madama vestiti in jeans e maglietta?
Catania non è ormai quella delle sue origini; non è più la Katane greca, la patria che ospita la tomba di Stericoro. E quando dico greca mi riferisco proprio alla peculiarità tutta ellenica: la culla della civiltà. Purtroppo non è solo Catania ad essere scaduta così tanto; in queste stesse condizioni è tutta la Sicilia. Quindi non più l’isola di Diodoro, di Empedocle, di Archimede, di Teocrito. L’isola del dotto sapere è ormai precipitata nel baratro dell’approssimazione e della mediocrità.
Vorrei anche sottolineare che Catania non ha maltrattato solo me; una sorte simile è capitata anche al mio collega Vincenzo, più grande di me di solo un decennio. Lui, nativo di Catania, è stato un bravissimo compositore, ma ha avuto la sfortuna di morire giovanissimo, non aveva ancora compiuto trentaquattro anni. Nonostante lui fosse assai promettente, ha potuto comporre poche opere, solo dieci, a causa della brevità della sua vita. Benché la sua produzione operistica sia stata assai limitata, le sue opere, se a Catania ne fosse rappresentata solo una l’anno, basterebbero a coprire due lustri. Ma non è così; a Catania non si vuole rappresentare il suo Cigno. E lui, timidamente ed assai rassegnato, subisce la sorte del “nemo profeta in patria”.
Con il cuore rammaricato saluto i miei cari estimatori e quelli di Vincenzo, nella speranza che tempi migliori possano sollevare le sorti del Teatro Massimo catanese a lui intestato.
Un abbraccio a voi tutti
GIUSEPPE”
Questa lettera, da me scritta come se io fossi Giuseppe Verdi, è scaturita di getto dal mio cuore, consapevole del periodo buio che sta attraversando il nostro Teatro.
Farmacista SALVATORE CANTARELLA
Lettera pubblicata da DIMITRA THEODOSSIOU sulla Rubrica “Lo dico a LA SICILIA” Mercoledì 27 Novembre 2013 (pag. 29).
“UN SINDACO NON PUO’ NON BATTAGLIARE PER LA DIFESA DEL BELLINI”
Durante la pausa fra il primo e secondo atto della recita di “Stiffelio” del 25 ottobre, dove ho interpretato il ruolo di Lina, ho assistito all’incontro tra il signor sindaco …e gli artisti del coro e i professori d’orchestra del Teatro Massimo Vincenzo Bellini. Il motivo dell’incontro è scaturito dai grossi problemi che da diversi mesi attanagliano il teatro.
Durante questo confronto verbale una frase pronunciata dal sindaco Bianco mi ha profondamente colpita, scioccadomi e addolorandomi; ed è per questo che mi corre l’obbligo di scrivere questa lettera aperta. Si tratta della seguente frase: “Io posso anche non occuparmi del Teatro”. Detta dal sindaco di Catania, per me rappresenta una mancanza di principi e di valori. Il sindaco, sarà anche il futuro Presidente del Consiglio di Amministrazione del teatro, quando la gestione dello stesso tornerà ad essere ordinaria, uscendo dalla fase attuale di commisssariamento.
Io, che pur essendo greca, mi reputo di essere italiana di adozione, e rappresento il Belcanto, che è patrimonio intrinseco di questa nazione, considero il Teatro Massimo Bellini di questa città come il “Partenone di Catania”.
Adesso vorrei soffermarmi sul mio pensiero: un sindaco rappresenta la città, la “polis”. Il sindaco, quale rappresentante della città, deve combattere per la città e difenderla con tutte le sue forze ed energie, per ciò che a lui è stato affidato. “Io posso anche non occuparmi del Teatro”, ciò suona come una blasfemia.
Con gli occhi di chi come me non è catanese, vedo in Sant’Agata e nel Teatro Massimo i due gioielli più preziosi di questa città. Colui al quale viene affidato un tesoro, in primis, ha l’obbligo di custodire l’integrità del tesoro stesso. Il sindaco, nel suo ruolo istituzionale, deve proteggere e difendere questo tesoro. Così, almeno, mi è stato insegnato già alla Sesta Elementare in Atene.
Così come l’Arconte Eponimo della “polis” greca, che oltre ad occuparsi del bene di tutta la città, aveva nel proprio mandato di occuparsi anche del Teatro, alla stessa maniera il Sindaco di Catania deve, con tutte le sue forze, lottare affinché il Teatro Massimo resti la perla che è sempre stata a livello internazionale.
Dimitra Theodossiou
For those who don’t speak Italian…
PROTEST
Bellini, funeral procession
against the cuts regional
Wednesday, December 4, 2013 – 09:45 by Roberta Fuschi FOLLOW
Last night, before the start of Donizetti’s opera Lucia di Lammermoor, has staged the unique protest by employees of the Teatro Massimo Bellini in Catania, accompanied by a funeral march . Proclaimed the strike for the concerts on 14 and 15 December.
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Catania, funeral procession, donizetti, protest, Teatro Massimo Bellini, History, Politics
The protest last night before the concert
LONDON – The 2013 season of Bellini the curtain falls to the sound of protest. A coffin, the workers dressed in black and the notes of a Chopin’s funeral march played by the orchestra, as well as the Massimo theater workers have staged their complaint against cuts in funding provided by the Sicilian Region and the failure to appoint a new Board of Directors of the organization. A symbolic protest that evokes a scenario that many fear: the closure of the Massimo Bellini. The Commissioner’s mandate Alessandro Diliberto has expired a few days ago but nothing has changed: back wages, sums vainly waited for months and no appointment of the board. Only one thing remains: the fear that the new opera season will never see the light. The workers of the theater so they decided to delay of thirty minutes of Donizetti’s opera Lucia di Lammermoor and to engage in a funeral procession to protest. Soon after, the union representatives have read a statement addressed to the leaders of the regional government and the mayor Enzo Bianco (President of the theater). Employees are reminded that the city “did not receive salaries from the month of September for the failures of the administration has not prepared for the time the final budget 2012 and also because the region has not yet completed the delivery of the first-monthly.” The dock is the Region, guilty of having “repeatedly approved spending cuts to the contribution of the Body, undermining financial stability, the artistic quality and employment levels.” Workers do not exclude to stage other forms of protest if the situation was not unlocked. Their appeal is in addition to the one launched yesterday afternoon by the Mayor of Catania. “After expiry of the mandate of the Commissioner there is still the Board of Directors and this is extremely risky because an opera is a delicate creature,” said White. Mayor pushes so that you will soon appoint the board of directors of the theater. “Lack guidance is likely to create problems for the new season: it must be, then, that all eventually do their part for the good of Maximus, as they have done up to now the workers, who have great difficulty secured between the artistic quality of concerts and performances ” . “You have to understand – White said – that the Bellini is one of the most valuable assets that owns and Catania is our pride, our identity, our own history.” In short, the clock is ticking. In this regard, the unions unions, which have called the strike for the concerts on 14 and 15 December, requested an urgent meeting with the President of the Sicilian Region and the Mayor White.
SICILY? – WHAT ABOUT MALTA? – IT’S ONLY 60 MILES SOUTH!
Unfortunately the arts are amongst the first domains to suffer from the multi-faceted dysfunctions of national and regional politics. With the ‘Bellini’ I am not surprised about its current situation: I am rather surprised how it survived all these years. The Bellini is a gem, the music made there is great, but the social climate in Sicily is notoriously challenging.
Now…
60 miles southwards of Sicily lies the island of Malta, which in terms of arts is the pits – not because professional people or talent are rare (most artists, however, do leave), but because the parties (the one currently in office is the big specialist) tend to promote their lackeys to the top arts management positions even when these are semi-illiterate and complete Philistines.
Malta’s capital, Valletta, will be host to the European City of the Year celebrations in 2018 (V18). Wayne Marshall, who had been appointed by the previous government as artistic director of the V18 organisation committee, has recently been sacked because according to the V18’s current chairman (whose lack of culture is abysmal), “Marshall is a very good conductor but he’s definitely not artistic director”.
More info about Wayne Marshall’s and other organisers’ dismissal, the background of this chairman, and the string of recent arts’ controversies can be found here (the vast number of surreal artistic appointments that have taken place since the new government was voted-in 8 months ago have not been included):
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20131204/local/-Capital-of-culture-needs-to-have-value-for-money-.497467#.UqD4nMRdXD5
http://daphnecaruanagalizia.com/2013/12/trashification-of-malta-update-the-highly-cultured-albert-marshall/
http://daphnecaruanagalizia.com/2013/12/and-labours-trashification-of-malta-continues/
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20131129/local/Malta-culture-CEO-told-to-step-down-from-helm.496669#.UqD9NMRdXD4
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20131204/local/controversy-rages-over-gaia-gieh-ir-repubblika-award.497473#.UqD-tcRdXD4
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20131112/local/Artists-in-shock-over-ditching-of-museum-move.494336
This was Malta a year ago :
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20120623/local/Valletta-2018-director.425562#.UqD7RMRdXD4